Cenni Storici sullo Zafferano

cenni storici sulo zaffeano

La conoscenza di questo fiore risale davvero a tempi molto antichi. Se ne ritrovano rappresentazioni databili al 3500 a.C. nel palazzo di Cnosso a Creta. Si ritiene che in epoca antecedente all’avvento della cerealicoltura, risalente alla preistoria, la coltivazione dello zafferano fosse già nota in area mediterranea e meridionale, dove tale pianta si utilizzava, fra l’altro, per le caratteristiche alimentari del bulbo carnoso. Lo zafferano è conosciuto da millenni nelle zone del mediterraneo ed in asia per le sue qualità medicinali, aromatiche e coloranti a testimoniare ciò le raffigurazioni in vari papiri egizi del 2° secolo a.c., ed in pitture parietali del palazzo minoico di knosso (1600 a.c.) Iprimi riferimenti storici riguardanti lo zafferano si fanno risalire alle sacre scritture, dove veniva citato con il termine karkum secondo virgilio il nome della pianta – crocus – deriverebbe dal greco kroke e starebbe a significare “filo di tessuto”, con riferimento agli stigmi filamentosi che si utilizzano commercialmente (georgiche libro IV – 182). La  regione di origine dello zafferano non è del tutto certa anche se molti studiosi la collocano nell’area compresa tra creta ed il medio oriente . Da qui si diffuse rapidamente in india e cina e successivamente, ad opera degli arabi, nell’area mediterranea. e’ forse originario della grecia, asia minore e persia. In italia sembra che l’introduzione debba attribuirsi ad un monaco al seguito del tribunale dell’inquisizione, che portò nel proprio paese d’origine, in provincia de l’aquila, i primi bulbo-tuberi dai quali si originò il primo nucleo produttivo italiano; tuttavia scritti danno notizia della coltivazione dello zafferano in sicilia già in età greco-romana particolarmente rinomato era quello di centuripe (crocus centuripunus).      La coltivazione del crocus richiese l’impiego di molti lavoratori, per la raccolta, al mattino degli stigmi del fiore, assai effimero, che poi dovevano essere essiccati (5 chili di quelli freschi per ottenerne uno secco). Il nome scientifico crocus deriva del greco krokòs proveniente dall’ebraico karkòm a sua volta derivante dal vocabolo fenicio cartamus, corrispondente ad una specie vegetale che era ritenuta capace di impartire la colorazione gialla. Le virtù dello zafferano sono note fin dall’antichità e non meraviglia trovarlo fra gli ingredienti più usati nella preparazione dei medicamenti contro la peste, ippocrate lo prescrisse per la cura della gotta o reumatismi e questa virtù ha avuto ancora di recente conferma farmacologica dal XI secolo ritroviamo fonti che documentano la coltura dello zafferano e la sua commercializzazione nelle città italiane e nel mediterraneo. Coltivato in toscana lo ritroviamo esportato, in grandi quantità, dai mercati sangimignanesi, che utilizzavano la marineria pisana, nei mercati levantini e quelli dell’africa settentrionale. Anche i mercanti genovesi commerciavano zafferano toscano oltre che quello francese e quello spagnoli i veneziani invece commerciavano soprattutto lo zafferano della marca e quello abruzzese. I principali paesi produttori sono spagna, grecia, india, albania, turchia e iran. l’iran è il primo paese produttore di zafferano con 47000 ettari di superficie ed una produzione di circa 160 tonnellate la produzione della spezia dello zafferano nell’unione europea nel 2004 è stata approssimativamente di 6.800 kg, che corrisponde al 4 % della produzione mondiale stimata in 170 tonnellate. L’elevata domanda di manodopera che ha questo tipo di coltivazione insieme con l’incremento del livello di vita dei paesi produttori mediterranei ha fatto si che l’estensione coltivata si sia ridotta.

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